venerdì 25 luglio 2008

UOMINI E DONNE...SOLI

DA LOTTA CONTINUA A RISSA CONTINUA




Pd, l’assemblea finisce in rissa
pubblicata il 24 luglio su Primo Piano Molise

CAMPOBASSO. “Arrendentevi, siete circondati”. Tutto finisce in rissa. Anche se forse le intenzioni erano diverse. Non deve aver scalfito nulla nelle convinzioni dei vertici del Pd, l'esito dell'incontro romano avvenuto ieri mattina tra la delegazione composta da Antonio D'Ambrosio, Piero Neri, Danilo Leva, Roberto Ruta e Augusto Massa, e il responsabile nazionale enti locali Fontanelli, per allontanare l'ipotesi del commissariamento del partito. I cinque hanno voluto affrontare con le ultime forze residue, probabilmente, l'assemblea regionale di ieri sera, restando fermi sulle loro posizioni.
Ma guardiamo alla cronaca della giornata: l'atmosfera che si è respirata sin dall'inizio della riunione che si è tenuta in un albergo cittadino è stata quanto mai tesa e l'ingresso nella sala convegni è sembrato ai più una visita al defunto. Alla assemblea regionale potevano intervenire i membri dell'assemblea regionale e nazionale (eletti con le primarie) e gli invitati: in tutto al massimo una cinquantina di delegati, ma la sala era gremita e non meno di centocinquanta persone si sono assiepate per assistere agli interventi.
Il primo intervento è stato del segretario regionale Annamaria Macchiarola che ha voluto ricostruire le vicende che hanno portato allo status quo, tracciando la cronistoria degli eventi che, secondo la sua opinione, sono stati oggetto di speculazione da parte della stampa. Per il segretario del PD occorre ripartire dalla revoca della delega all'assessore socialista Franco Rainone: da quel momento sarebbero cominciate le incomprensioni ed i comportamenti autoritari da parte del presidente della Provincia di Campobasso, Nicola D'Ascanio. Ma Annamaria Macchiarola ha commentato l'estromissione di Francesco Di Falco come decisione unilaterale, come una scelta non accompagnata da alcuna discussione, affiancata a ragionamenti stravaganti sul piano del merito (il riferimento è alla sua presunta inefficienza e incapacità). Per il segretario regionale del PD è stata lesa la dignità personale e professionale dell'ex assessore. "Bisogna rimettere indietro l'orologio - ha detto Macchiarola - a seguito della revoca di Francesco Di Falco, ma stante le nostre richieste, è stato nominato un nuovo assessore. Questo atteggiamento ci ha messo in condizione di non riconoscerci più nel vertice dell'amministrazione provinciale. Quello che è necessario - ha affermato nuovamente la segretaria del PD - è il ripristino delle regole e dei comportamenti, consoni all'identità del Partito Democratico. A nessuno interessa buttare via l'amministrazione però è vero che non si possono buttare vie le persone. Occorre rispetto." Ma Annamaria Macchiarola ha ricordato come ai buoni "consigli" romani ovvero l'azzeramento dell'esecutivo, occorra aggiungere qualche altro passo indietro: "La notizia dell'azzeramento delle deleghe l'ho ricevuta dalla stampa ma una volta messa sul tavolo non ha alcun valore dato che non sono chiare le soluzioni per il futuro, occorre ricominciare - concludendo l'intervento - a ragionare dal momento delle revoca delle delega a Francesco Di Falco".
C'era attesa per l'intervento di Nicola D'Ascanio che ha controbattutto ad ogni accusa pervenuta dal segretario Macchiarola. Anche da parte sua la cronistoria degli eventi, anche se il politico di Montenero di Bisaccia ha voluto rimarcare come le frizioni siano nate prima del caso Rainone, ovvero in occasione della richiesta da parte di alcuni consiglieri provinciali di revocare la delega all'assessore Giovanni Norante: "Una decisione presa unilateralmente, assunta contro la mia volontà e per la quale mi sono sempre dichiarato contrario". Ma D'Ascanio ha rimarcato come l'atteggiamento dei vertici del Pd rischia di diventare un regalo al centrodestra molisano, consegnando alla destra un ente territoriale storicamente legato al centrosinistra. Sempre D'Ascanio ha tracciato anche un’altra ipotesi: quella del ribaltone e ha affermato che ci sono "personaggi che non sono poi troppo diversi da quelli di qualche anno fa" (Ruta). Ma per D'Ascanio "il Pd ha accumulato troppi ritardi sulla sua strada, grazie a lobby di interessi e strapuntini di potere; nel Molise dobbiamo recuperare e guardare al futuro e all'innovazione invece che pensare a sfiduciare il presidente. E' una ginnastica continua, con la distruzione di tutto quello che si fa e che si costruisce, vecchi vizi e nuovi errori, non posso essere d'accordo con un partito che muove questi paradigmi. Assistiamo ad una rappresaglia politica ed ad una caccia all'uomo dopo una sconfitta elettorale che tarda ad essere analizzata e per la quale vengono utilizzate azioni che mirano a distruggere tutto." Le conclusioni di Nicola D'Ascanio hanno trovato il lungo applauso dell'assemblea ma il clima è stato subito incendiato da uno dei sottoscrittori della mozione di sfiducia, il consigliere provinciale Manes Gravina che, prendendo la parola, ha letto il documento di sostegno e di fiducia al segretario regionale, firmato da sedici sui trentuno membri dell'assemblea regionale: tra i nomi di spicco quello di Nicola Cavaliere, di Antonio D'Ambrosio, di Filippo Neri, di Luciano Sposato, di Laura Vennittelli, di Cloridano Bellocchio. Tutti fedelissimi al segretario regionale e al grande assente della serata, Roberto Ruta. Neanche il tempo di concludere l'intervento che ha preso il via la quasi rissa, con l'intervento degli agenti della Digos che hanno dovuto calmare gli animi più caldi, tra parole grosse che volavano tra i tanti presenti. In tanti hanno contestato il documento firmato, tra l'altro, dal presidente del partito che, in teoria, non dovrebbe partecipare al voto e soprattutto la tempistica con la quale è stato presentato, ovvero bloccando gli interventi successivi a quelli dei due "contendenti". Tra urla e insulti, pesanti e sempre più consuenti nella politica italiana, si è chiusa, per forza di cose, l'assemblea regionale di un partito che, probabilmente, ha vissuto la sua più brutta pagina della sua pur breve vita. E' chiaro che dopo questa riunione potrebbero registrarsi una serie di autosospensioni che costringeranno i vertici nazionali del Pd a commissariare il partito molisano. Intanto il 7 agosto, in mancanza di ulteriori novità, potrebbe cadere anche l'amministrazione provinciale di Campobasso. Un risultato che nessuno avrebbe mai potuto immaginare.

lunedì 7 luglio 2008

mercoledì 2 luglio 2008

PROVVIDENTI, SEMPRE PIU' INVITANTE

PROVVIDENTI, SEMPRE PIU' INVITANTE
Presentato il Friday festival: nel mese di luglio quattro concerti ogni settimana animeranno il Borgo della Musica. Annunciata la cittadinanza onoraria per Irene Grandi e Pau

pubblicato il 2 luglio su Primo Piano Molise

E' lenta e cordiale l'atmosfera a Provvidenti ma allo stesso tempo è densa di elettriche attese, di musica e di poesia. Ogni artista, ogni musicista, ogni cittadino onorario del Borgo della Musica ha lasciato probabilmente qualcosa nell'aria del minuscolo comune molisano, che oggi vibra di energia positiva e contagia anche consumati conoscitori della musica italiana ed internazionale come Mario Luzzatto Fegiz (Corriere della Sera) e la brillante Marinella Venegoni (La Stampa). Questa è l'atmosfera che si è respirata ieri mattina nel borgo quando è stata presentata la seconda edizione del Friday Festival (inserito nella programmazione regionale di Molise Live) che, per tutto il mese di luglio, ogni venerdì, ospiterà band emergenti e realtà consolidate del panorama della musica indipendente italiana.
Presenti, oltre ai due ospiti, anche l'assessore regionale alla cultura Sandro Arco, il sindaco di Provvidenti Angelo Petrilli e
Teresa Mariano, testa pensante della Komart. "Tutta l'operazione intorno al Borgo e al Friday Festival - ha esordito proprio
l'assessore Arco - è una buona pratica. L'interesse della Regione Molise è quello di innalzare quanto più possibile le buone
pratiche che poi tendono a rendere più riconoscibile il nostro territorio. Noi dobbiamo lavorare moltissimo sulla riconoscibilità del nostro territorio (rivolto ai due ospiti): siamo vicini a quanto gira intorno a Provvidenti, così come vogliamo allargare la nostra attenzione allo spettacolo dal vivo in generale, con il coinvolgimento di altre comunità".
Una felicissima Marinella Venegoni, invece, dopo aver ricevuto la cittadinanza onoraria nel corso di una cerimonia ufficiale
nella quale ha ricevuto simbolicamente le chiavi del paese, ha voluto tracciare il punto della situazione sulla musica italiana: "La nostra epoca, soprattutto in Italia, rischia di essere un epoca senza colonna sonora. Il suono dei nostri giorni rischia di essere affidato tutto ai vincitori del festival del cornetto o che si riferiscono a trasmissioni televisive. Questo fatto implica un distacco della società dalla canzone, che non è più una espressione veritiera della gente ma è diventata un espressione delle sovrastrutture messe su dal mercato. Un progetto ed un laboratorio come quello di Provvidenti sono fondamentali, non ne esistono in tutta Europa. Un esperimento di questo tipo permette di far crescere le cose dal basso, permette di dare un identità a questa generazione che non ha identità musicale. Alla luce di queste considerazioni credo che questo progetto sia "fortissimo", sono fiera di far parte di questa comunità."
Ma il Borgo della Musica vedrà nel prossimo periodo altre novità che svilupperanno ulteriormente le potenzialità del luogo.
In arrivo un palatenda in inverno che permetterà di accogliere le grandi produzioni e progetti musicali che vedranno commistioni di generi e di artisti: ma il Borgo della Musica si avvia a diventare oggetto di studio scientifico nell'area di alta specializzazione per i progetti da parte della Università Commerciale "Bocconi" di Milano. Infine la chiusura ad effetto di Mario Luzzatto Fegiz che, in una battuta, dopo aver indicato come il progetto abbia tutte le potenzialità per attivare un meccanismo virtuoso per tutta la comunità, ha voluto sottolineare come la cura dei dettagli sia però fondamentale per la
buona riuscita del progetto. "Questa mattina alle sette e un quarto sono stato svegliato da un operaio comunale che stava tagliando l'erba sotto la mia stanza. Beh, sono uscito inferocito in slip per ucciderlo... beh... Jimi Hendrix, probabilmente lo
avrebbe ucciso." Ma il Friday Festival non esaurirà l'azione del Borgo della Musica: a settembre è previsto l'arrivo del Club Tenco che selezionerà un grappolo di artisti e offrirà loro la possibilità di esibirsi dal vivo in una rassegna promossa e organizzata insieme al Borgo della Musica. Ma c'è ancora tempo per raccontare il settembre di Provvidenti, il presente afferma che venerdì, per cominciare, ci sarà lo show dei Montefiori Cocktail. M.O.