domenica 15 gennaio 2012

INTERVISTA A LORENZO CANOVA



Lorenzo Canova è uno storico dell'arte e critico d'arte italiano, professore associato di Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università degli Studi del Molise dove dirige l’ARATRO, Archivio delle Arti Elettroniche, Laboratorio per l’Arte Contemporanea. Ha pubblicato studi sull’arte del Cinquecento romano, del Novecento e delle ultime generazioni. Ha curato mostre in musei italiani e internazionali. Ha fatto parte della commissione scientifica della Collezione Farnesina e ha fatto parte della commissione inviti della XV Quadriennale di Roma. Nella sua biografia manca all’appello la sua partecipazione nel comitato scientifico della Fondazione Molise Cultura, incarico che dal luglio scorso anno riveste insieme a Giulio Rapetti (in arte Mogol), a Chiara Gamberale, al musicista Pino Nese e allo storico e artista molisano Dante Gentile Lorusso.
Professore che aria tira in campo culturale ad artistico dopo i tagli delle ultime manovre finanziarie? Quale tipo di bilancio e di risorse finanziarie avrà a disposizione la Fondazione Molise Cultura?
“L’aria generale in Italia è purtroppo pesante soprattutto per i tagli alle università e dunque alla ricerca. Però in campo culturale nel Molise effettivamente il presidente Iorio ha intenzione di rilanciare il settore facendo uno investimento importante, sfruttando i fondi Fas. Credo che il Molise in questo senso andrà in controtendenza. Avremo un ottima possibilità per lavorare in maniera adeguata.”
Molti musei in Italia sono in crisi e prossimi alla chiusura. Probabilmente il Molise partendo da zero ha un vantaggio in più rispetto ad altre realtà…
“Speriamo che presto ce ne sia uno adeguato. Ho accettato quest’incarico anche per creare nella Gil uno spazio museale che il Molise non ha e che deve assolutamente avere.”
Ritiene che il modello di fondazione in house deciso dal Governo regionale quale strumento operativo dipendente direttamente dai vertici regionali sia il modello migliore per la gestione, la crescita e la valorizzazione delle politiche culturali nel Molise o crede che la fondazione debba essere aperta ad altri enti e realtà presenti sul territorio per slegarsi da quelli che potrebbe essere indirizzi ed interessi di tipo politico?
“Io credo che la fondazione sia necessaria. Anche il Macro a Roma ed altre realtà museali si stanno riorganizzando in fondazione poiché ciò consente maggiore autonomia e slega la struttura dai troppi gravami burocratici. La mia idea dal punto di vista di sopraintendente è quella di essere non solo aperto ma di avere la necessità di dialogare con tutto il territorio. In questo senso è mia intenzione di creare, lo già annunciato nell’ultima riunione del comitato scientifico, un accordo di programma con l’università che per me è fondamentale sia per la formazione che per sbocchi occupazionali di tanti nostri bravi ragazzi. La nostra realtà sforna tante eccellenze, le porto l’esempio di un mio assistente che ha davvero salvato Sgarbi nella Biennale di Venezia. Si chiama Piervittorio Di Iorio ed ha svolto un ottimo lavoro riconosciuto a livello nazionale. Il Molise possiede una realtà di situazioni molto importanti che vanno ascoltate: questo si è già definito prima di Natale nell’ultima riunione del comitato scientifico. Si andrà presto ad una sorta di stati generali della cultura dove si discuterà e si metteranno in campo le diverse esigenze, affinché escano fuori le realtà più significative che non vanno assolutamente trascurate.”
Finora la Fondazione Molise Cultura ha praticamente sostituito l’assessorato alla cultura, esautorandolo quasi dal suo ruolo, senza avere però strumenti legislativi ma anche regolamenti per l’accesso ai finanziamenti o all’utilizzo di strutture regionali da parte dell’associazionismo culturale. E’ in corso d’opera qualcosa in tal senso?
“La fondazione ha i suoi finanziamenti Non credo che l’assessorato sia stato esautorato. Ritengo però che la Fondazione debba fornire risposte che siano certe e, possibilmente, se ci si trova dinanzi proposte di qualità, queste devono avere una risposta positiva. In qualche modo dovremo trovare uno strumento adeguato, è una situazione in crescita, in itinere.”
Lei dirige l’ARATRO, Archivio delle Arti Elettroniche, Laboratorio per l’Arte Contemporanea. Come si coniuga la mission dell’Aratro rispetto agli artisti molisani e quale è, secondo lei, la qualità della scena artistica presente oggi in Molise?
“La qualità è ottima , la nostra mission è stata sempre quella di valorizzare gli artisti molisani. Non a caso la prossima mostra è dedicata a Nino Barone, importante artista e docente, che verrà fatta a Termoli, luogo fondamentale per l’arte contemporanea in Molise. Ho fatto Limiti Inchiusi, ho fatto e si è chiusa da qualche giorno “Piroflexia”, che ha ospitato le molisane Erica Calardo e Barbara Esposito. L’attenzione verso il Molise è ovvia e fondamentale perché la nostra è l’università del Molise. La scena artistica è davvero ottima, tralasciando Gino Marotta e Achille Pace, ma ci sono anche Giuseppe Petronillo, i nostri amici di Limiti Inchiusi (Borrelli, Lorusso, Grandillo, Colavecchia), ma dovrei elencare davvero tanti artisti … per esempio Giacinto Occhionero di Campobasso, ma anche tutti gli artisti che hanno partecipato al padiglione della Biennale di Venezia ad Isernia non sono male”
Entro quest’anno dovrebbe essere inaugurata l’intera struttura dell’ex Gil nel capoluogo regionale. Pregevole il lavoro di rifacimento della struttura di epoca fascista mentre a tutt’oggi sono state davvero tante le idee per riempire un contenitore culturale così importante, situato nel centro città. Cosa bolle in pentola in tal senso?
“La Gil deve essere inaugurata assolutamente entro quest’anno. Ripeto, quel luogo deve rappresentare un polo museale. Non solo museo ma anche auditorium. Il Molise ha bisogno di un polo museale importante, di una casa delle arti, della musica, del teatro, della danza, della arti performative, visive, del cinema. Ho accettato l’incarico per fare questo. Tra l’altro per me è un discorso quasi personale perché sono amico del nipote dell’architetto Filippone (il progettista della Gil ndr), Stefano Corona, ricercatore e storico dell’arte moderna. Venni coinvolto personalmente quando la struttura stava per essere abbattuta commettendo un crimine inaccettabile.”
Che idea si è fatta invece della vicenda legata all’auditorium di Isernia?“E’ una situazione che non conosco bene. Spero però che possa essere uno spazio attivato e che abbia una sua dimensione per il territorio. Lo spazio è bello, speriamo che venga fatto funzionare bene. Il Molise ha bisogno urgente di presentarsi, il territorio isernino è ricco di valenze archeologiche o di arte medievale che potrebbero avere riverberi turistici importanti, anche attraverso l’aiuto dei miei colleghi di scienze turistiche della mia università, creando una rete di accoglienze turistica e di valorizzazione di una regione bellissima ma che, per una serie di ragioni, gli italiani non conoscono ancora bene. Il Molise non è fatto per il turismo di massa, ci vuole turismo di qualità che si può fare con il turismo internazionale che ha voglia e possibilità di spendere , di mangiare bene e di vedere belle cose, il Molise ha tutte queste qualità. Speriamo di riuscirci.”

Copyright Il Bene Comune