mercoledì 7 febbraio 2007

AN AMERICAN PRAYER: IORIO NEGLI USA



Svolta per il politico isernino: a Washington con i conservatori evangelici
Che cos’è il National Prayer Breakfast a cui ha partecipato il presidente della Regione Molise secondo la stampa internazionale
di Maurizio Oriunno
dal quotidiano Primo Piano Molise

Il viaggio di “preghiera” da parte del Presidente della Regione Molise, Michele Iorio, nella capitale degli Stati Uniti d’America per partecipare al 55° incontro annuale del National Prayer Breakfast, è stato fonte di curiosità nell’opinione pubblica molisana. E’ ormai convinzione comune, infatti, affermare l’inutilità di queste visite: quasi tutti gli amministratori (di qualsiasi appartenenza) in pubblico o in privato sono stati additati, in genere, di spendere risorse pubbliche per costosi viaggi che nulla, o quasi, hanno portato storicamente alla nostra regione. Ma non è così.

Nel comunicato stampa inviato a tutte le redazioni molisane, il Presidente Iorio ha precisato che la sua partecipazione è avvenuta su invito del Congresso degli Stati Uniti d’America e che l’occasione “rappresenta per gli Stati Uniti, e per le sue massime Istituzioni, un alto momento di preghiera comune per il futuro dell’Unione e dei suoi cittadini.”

In effetti l’incontro di preghiera raduna ogni anno importanti esponenti politici, militari e businessmen di tutto il Pianeta: evangelici, cristiani, buddisti, ebrei, l’importante è pregare tutti insieme.

Questo tipo di manifestazioni non hanno eco in Europa: la cultura americana esportata nel mondo - film, serial televisivi e canzoni - è laica, consumista, edonista, ogni tanto guarda nel soprannaturale. D'altronde, per la strada, la fede è altrettanto discreta: a differenza delle chiese monumentali dell’Europa, negli States dominano i grattacieli di grandi corporations, centri finanziari, e non cattedrali o duomi.

Questi incontri si collocano in una America che, finita la Guerra Fredda e dopo l’11 settembre, è diventata preda di correnti di pensiero che, soprattutto attraverso i messaggi veicolati dai telepredicatori ultraconservatori, hanno fatto presa in vaste porzioni dell’elettorato statunitense. Del resto l’intensa vocazione religiosa risale a quei Padri Pellegrini della Mayflower che qui erano sbarcati nel 1620 per poter esercitare in pace il proprio integralismo puritano.

Secondo i sondaggi Gallup, il 48% degli americani crede nel creazionismo (cioè che la Bibbia dica la verità in senso letterale e che la terra è stata creata solo 6.000 anni fa) e solo il 28% nell'evoluzione (gli altri non sono sicuri o pendono per il creazionismo). Quando George W. Bush dice (come già Ronald Reagan), di non essere ancora convinto dall'evoluzione, rispecchia un'opinione diffusa negli Usa e non solo l'eccentricità di una banda di sciroccati. Sempre secondo Gallup, il 42% degli americani si definisce evangelico, cioè cristiano intento a evangelizzare gli altri, o born again, «rinato», ha cioè conosciuto una rinascita interiore attraverso l'esperienza diretta di Dio.

Ma ritorniamo alla visita del Presidente Iorio per la 55° edizione del National Prayer Breakfast: secondo il giornalista de Il Manifesto Marco D’Eramo “Tutto ha inizio nel 1953 quando una organizzazione fondamentalista protestante nota come “La Famiglia”, iniziava - attraverso la sua Fellowship Foundation - la tradizione dell'annuale National Prayer Breakfast, sponsorizzato dal Congresso, diventando un'istituzione nazionale, con 3.000 ospiti da tutto il mondo (al prezzo di 425 dollari a persona), e a cui ogni presidente ha partecipato almeno una volta nel suo mandato. Ma la Fellowship, di cui fanno parte almeno otto senatori e sei deputati, nel corso della guerra fredda ha fatto ben altro. Negli anni ‘80 ha organizzato incontri a Washington tra il governo Usa e l'ex generale salvadoregno Carlo Eugenio Vides Casanova, invitato nel 1984 a un Prayer Breakfast e condannato nel giugno del 2004 da un tribunale della Florida per la tortura di migliaia di cittadini negli anni ‘80. In quell'occasione fu invitato anche il generale honduregno Gustavo Alvarez Martinez, collegato alla Cia e a squadroni della morte, che più tardi divenne un missionario evangelico prima di essere assassinato nel 1989.”

Wayne Madsen (www.waynemadsenreport.com), importante giornalista investigativo, oltre che columnist e autore di diverse pubblicazioni negli States (è stato ufficiale della Marina assegnato alla Cia durante il governo Reagan), nel febbraio 2005, in occasione del 53° meeting di Washington, scriveva “migliaia di politici, uomini d’affari e figure religiose sono stati ospitati al Washington Hilton Hotel per il 53° National Prayer Breakfast. Durante tutti questi anni, molti ospiti hanno creduto erroneamente che l’evento sia stato sponsorizzato dalla Casa Bianca. In realtà “la colazione” è stata organizzata all’ombra della potente Fellowship Foundation, una organizzazione che è stata fondata da esponenti americani favorevoli al nazismo prima della Seconda Guerra Mondiale. La “Fratellanza” è un gruppo transnazionale che ha i suoi tentacoli nei governi e nella multinazionali di tutto il mondo. Il suo potere internazionale viene dimostrato dai leader mondiali che annualmente si radunano per pregare con il Presidente degli Stati Uniti.” Sul sito internet del giornalista c’è una lunga inchiesta storica sulle origini della Fellowship Foundation che egli definisce “The Christian Mafia”.

In questo quadro si colloca, comunque, l’inchiesta del maggio del 2005 da parte del Time Magazine che, partendo dalle abitudini religiose di George W. Bush (ogni mattina nella Casa Bianca pare ci siano collettive sedute mattutine di preghiera), stila un ritratto dei 25 più influenti leader evangelici d’America: quelli, in pratica, che riuniscono il pensiero reazionario e conservatore presente largamente nel potere economico, politico, militare e religioso degli Stati Uniti d’America. Ma su questo fenomeno, tutto americano, aveva indagato anche il magazine del New York Times di domenica 31 ottobre 2004, con una inchiesta dedicata alla fede esercitata sul luogo di lavoro, al banchiere evangelico che prega con il cliente che gli va a chiedere un mutuo, alle associazioni di imprenditori che si riuniscono per esercizi spirituali. Sono ormai migliaia le imprese in cui si prega, in fabbrica o in ufficio, in cui - secondo l'espressione dell'American Chamber of Christian in Business - «Gesù siede nel consiglio di amministrazione».

Tra i venticinque leader evangelici indicati dal Time Magazine c’è Douglas Coe, storico esponente e fondatore della Fellowship Foundation, definito “The Stealth Persuader”, il “persuasore furtivo”. Nell’articolo del Time Magazine si legge testualmente: “Molte persone credono che il Congresso sia l’ospite del National Prayer Breakfast, che si tiene a Washington in questa settimana. Non è così. Il breakfast è organizzato da 33 membri del Congresso che appartengono al ben connesso ma riservato gruppo cristiano chiamato “Fellowship Foundation”, che è guidato da Douglas Coe. Coe, 76 anni, è noto come “il furtivo Billy Graham” (Il padre del moderno integralismo che alla fine degli anni ‘40 lanciò le sue «crociate» in varie città degli Stati uniti, divenendo famoso grazie all'enorme battage che ne fecero i giornali del magnate Randolph Hearst. La sua Evangelical Foreign Missions Association fu un efficace strumento di guerra fredda. Graham fondò il maggior periodico evangelico, Christianity Today, le Urban Missionary Conferences, e fu poi uno dei più intimi confidenti del presidente Richard Nixon. n.d.a). Douglas Coe è specializzato nelle lotte spirituali dei potenti. Molti membri del Congresso vivono in camere affittate in palazzi della Capitale posseduti da una fondazione affiliata alla “Fratellanza”. Coe e i suoi associati qualche volta viaggiano insieme a membri del Congresso in missioni estere e – come dimostrano le inchieste del Los Angeles Times e di Harper’s – hanno giocato un ruolo non visibile in alcuni fatti diplomatici come gli accordi di Camp David nel 1976. Tuttora Coe – scrive il Time Magazine - favorisce i dittatori: “Egli infonde una speranza di redenzione nei suoi ospiti e cerca di lavorare attraverso essi per aiutare le popolazioni su cui questi governano” afferma Richard Carter, presidente della segreteria della Fellowship. Alcuni evangelici sono scettici e criticano Coe per le alleanza indiscriminate e il suo gioco sotterraneo riguardante la natura divina di Gesù in favore dei suoi insegnamenti terreni – che permettono a Coe di pregare con i leader musulmani e buddisti. Ma in pochi respingono l’opportunità di parlare con lui.”

Insomma, la visita negli States del Presidente Iorio (all’incontro di Washington era presente anche il senatore dell’UDC Luca Marconi, ex Direttore dell'Associazione Rinnovamento nello Spirito Santo, associazione che, in occasione della XXIV Conferenza Animatori del RnS del 2000 si definisce “Corrente di grazia, movimento ecclesiale, associazione privata di fedeli), appare non facilmente leggibile e ricca di spunti che andrebbero approfondit.

E’ pur vero, però, vero che lo stesso Iorio, nei giorni antecedenti alla giornata di preghiera, ha dichiarato di aver avuto una serie di incontri istituzionali con vari esponenti del Governo degli Stati Uniti per discutere di progetti di cooperazione e interscambio nei campi della cultura, della formazione universitaria, dell’innovazione tecnologica, della ricerca scientifica, del commercio e della produzione.

Nulla di male, quindi, per la sua partecipazione all’incontro di preghiera di Washington. Anche una rockstar come Bono degli U2, lo scorso anno, è stato presente ai lavori per chiedere maggiori aiuti per l’Africa. Nel suo intervento di presentazione ha detto: “Vi state domandando, come io mi sto domandando, di cosa sto facendo qui, ad una colazione di preghiera. Bene, non sono certamente qui come un uomo benvestito, a meno che quel panno sia pelle. Non è certamente perché sono una stella del rock. Questo lascia una spiegazione possibile: sono qui perché ho un complesso messianico. Si è vero. Per chi mi conosce è una dura rivelazione. Bene, sono il primo ad ammettere che qui c’è qualcosa di strano, di innaturale…una rockstar che monta sul pulpito e predica ai presidenti. Sapete, c’è una cosa che amo di questo Paese ed è la separazione tra Stato e Chiesa. Anche se devo dire che invitandomi qui, Stato e Chiesa sono stati separati da qualcos'altro completamente: la loro mente.” Non resta che sperare che il complesso messianico di Bono non si sia trasferito nel Presidente della Giunta Regionale. Al suo ritorno l’attende la difficile operazione di riforma del Sistema Sanitario Regionale, con la riformulazione del Piano Sanitario Regionale, alla luce di quanto scritto nella Finanziaria. Ci saranno decine di posti letto da chiudere o da riprogrammare e da abbassare i costi del personale per il prossimo triennio dell’1,4% rispetto al 2004. L’operazione non è per nulla semplice. Probabilmente la giornata di preghiera americana servirà a trovare la giusta concentrazione per la difficile operazione politico e finanziaria per la sanità regionale. Un tempo, però, bastava una gita al santuario di Castelpetroso o tre giorni di riflessione nell’abbazia di Sepino. Purtroppo oggi Dio si è trasferito in America.

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