venerdì 4 gennaio 2008

LETTERA APERTA DELLA FAMIGLIA PATRICIELLO

Gli organi di informazione hanno riportato, negli ultimi giorni, alcune esternazioni politiche che costituiscono solo l'ultimo di una serie di attacchi personali ed alle aziende della famiglia Patriciello, nell'ambito di un chiaro e preordinato disegno strategico.

Per tali motivi, il Gruppo Aziendale Patriciello, dopo aver denunciato pubblicamente tentativi di turbativa politica finalizzati a screditarne il ruolo nel tessuto socio-economico del Molise, aveva preannunciato una conferenza stampa per il 2 gennaio, nell'intento di fornire una risposta ferma e decisa, anche per fare chiarezza nei confronti della collettività molisana.

L'Ufficio Legale del Gruppo ha poi suggerito di astenersi da tale proposito, nella certezza che il rispetto per eventuali iniziative giudiziarie in itinere debba prevalere.

Non pare superfluo rammentare, in questa sede, che il Gruppo delle imprese facenti capo alla famiglia Patriciello opera in Molise da oramai cinquant'anni e, attualmente, conta circa mille dipendenti diretti ed un indotto di altre duemila persone che meritano attenzione e giusta tutela affinché sia loro garantita la necessaria sicurezza nel futuro proprio e dei loro figli.

E' evidente, quindi, il valore economico e sociale che tali imprese rivestono nella realtà molisana di cui costituiscono, senz'altro, un patrimonio importante.

Fatta questa doverosa premessa e per venire più direttamente agli attacchi dei quali, da lungo tempo, in modo diretto od indiretto, palese od occulto, sono fatte segno, con inusitata maestria e continuità, le aziende del Gruppo, giova chiarire i termini di una vicenda dai tratti davvero sconcertanti.

Per le attività di ricostruzione post-terremoto in Molise, è stata gestita dai vertici istituzionali regionali una enormità di denaro pubblico, ammontante a molte centinaia di milioni di euro.
Ebbene, dei lavori appaltati con tale denaro, spesso mediante ricorso a procedure di urgenza (sebbene, poi, in alcuni casi, lavori dichiarati urgenti non sono ancora iniziati dopo tre anni dall'affidamento), neppure un solo lavoro è stato affidato alle imprese del Gruppo Patriciello che certo non hanno potenzialità tecnico-economiche inferiori alle altre imprese che sono state invece destinatarie di commesse.

Non è ancora chiaro quali siano stati i criteri ispiratori che hanno condotto a sacrificare i principi, anche di rilievo comunitario, di massima concorrenza, di trasparenza ed economicità dell'agire amministrativo, così come pure non sono immuni da rilievi i criteri attraverso i quali sono state individuate le imprese cui affidare commesse milionarie attraverso sommarie e non del tutto trasparenti procedure amministrative.

Siamo certi che solo per una pura casualità, la maggior parte delle imprese come sopra beneficiate da così ingenti commesse sono tutte politicamente vicine ad un ben determinato partito politico.
Anche con riferimento ad altri importanti lavori, le nostre imprese, pur avendo fatto legittima richiesta di concorrere alle procedure di affidamento, non hanno mai beneficiato, a differenza di tante altre, di una sola commessa di lavori, pure appaltati, quasi sempre, con procedure di somma urgenza da parte dell'ente regionale (vedi "alluvione", "frana covatta", "lavori sulla costa", "Molise acque", "strada statale 87", "fiume biferno", etc. etc.).

Ancora per citare un altro episodio di (stra)ordinario accanimento nei nostri confronti, ci piace ricordare la vicenda Sotea.
Recentemente siamo stati costretti, nostro malgrado, a cedere lo stabilimento Sotea, già facente capo al nostro Gruppo, poiché, nonostante le nostre legittime richieste, per ben tre anni siamo stati presi in giro dalla Regione Molise circa l'erogazione di un mutuo ai sensi della legge regionale 28/2003, a favore e per il rilancio della Sotea, per garantirne anche i livelli occupazionali; mutuo che giammai ci è stato concesso, nonostante ad altre aziende nelle stesse condizioni sia stato sollecitamente erogato. Il risultato è stato, come detto, la cessione dello stabilimento ad altra azienda di fuori Regione.

In altre parole, pare evidente che il Gruppo Patriciello sia stato tenuto il più lontano possibile anche dalla partecipazione, legittima e trasparente, alle iniziative economiche locali; partecipazione invece assicurata, con modalità certo non immuni da critiche, ad altre imprese.

Un doveroso accenno si impone, inoltre, per la parte qui di stretto interesse, alla oramai nota vicenda "piedi d'argilla".
Le valutazioni conclusive dell'A.G. hanno, come noto, evidenziato che i piedi d'argilla erano quelli del castello accusatorio ordito nei confronti della famiglia Patriciello che, pertanto, è inesorabilmente crollato.

Nel ricordare le archiviazione disposte, all'esito delle indagini, dalla stessa Autorità Giudiziaria, ci preme evidenziare come, per contro, altre indagini siano in corso nei confronti degli autori, anche occulti, di tale macchinazione accusatoria.

Quanto precede, evidenzia che la fiducia che avevamo riposto nella Magistratura molisana è stata ampiamente ripagata dalla correttezza e dalla scrupolosità che la stessa Magistratura ha avuto nell'esame obiettivo dei fatti.

In merito, da ultimo, alle recenti e pretestuose polemiche sul numero dei posti letto dell'IRCCS Neuromed, corre l'obbligo di chiarire che in sede di audizione della IV Commissione consiliare regionale, era stato precisato che l'Istituto rivendicava legittimamente solo il mantenimento del numero di posti letto già riconosciuti dalla stessa Regione e dal Ministero della Salute.

Ciò in quanto la Neuromed è un ente di rilevanza nazionale di alta specialità, equiparato al pubblico, che costituisce uno dei pochi centri di eccellenza del centro-sud Italia nel campo della ricerca biomedica ed ha un indice di attrazione di pazienti extraregionali pari a circa l'80%. E, peraltro, è proprio grazie a tale indice di attrazione extraregionale che la Regione Molise beneficia di un incremento della percentuale dei posti letto regionali.

Ebbene, nonostante una specifica e motivata diffida alla Commissione, finalizzata a rettificare errori ed omissioni dello stato di fatto, ad oggi esistente, delle strutture sanitarie molisane, non si è ancora giunti alla doverosa rettifica.

Come è facile arguire da questi esempi, fra i tanti che si potrebbero citare, la circostanza che un esponente della famiglia Patriciello sia anche un politico appartenente alla coalizione al governo della Regione, lungi dall'aver recato un qualsiasi (e, peraltro, mai richiesto né desiderato) vantaggio, ha invece finito per caratterizzarsi come un elemento di forte negatività per le attività imprenditoriali del Gruppo.

E' evidente il disegno strategico di danneggiare economicamente il Gruppo societario facente capo alla famiglia Patriciello per colpirla, conseguentemente, sul piano politico.
A tal proposito, e per concludere, riteniamo opportuno richiamare le Istituzioni ad effettuare scelte programmatiche senza farsi influenzare dalle dinamiche di un conflitto politico, rispetto al quale, le imprese facenti parte del Gruppo non intendono in alcun modo rimanere coinvolte.

Senza dimenticare, poi, che nella nostra Regione vi sono "imprenditori che fanno politica" e "politici che fanno gli imprenditori": Noi facciamo solo della buona ed onesta attività d'impresa, con abnegazione e spirito di sacrificio.

Tanto dovevamo, nel segno del rispetto verso i nostri familiari ed i collaboratori e lavoratori tutti del Gruppo.

Venafro (IS), 3 gennaio 2008

per il Gruppo Industriale Patriciello
Aniello Patriciello

Antonio Patriciello
Stefano Patriciello
Gaetano Patriciello
Nicandro Patriciello

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