lunedì 4 giugno 2007
CHI PIU' DI LUI?
di Maurizio Oriunno
Primo Piano Molise
4 giugno 2007
Alla fine degli anni '80, in alcuni ambienti democristiani molisani si mormorava, sottovoce, che durante gli scavi relativi al museo paleolitico di Isernia, gli archeologi avevano rinvenuto, sotto uno scheletro di elefante, pacchi e pacchi di facsimili di un noto politico isernino ormai scomparso, uno dei padri fondatori della Regione Molise.
Una battuta che, probabilmente, presagiva l'evidente cambio di guardia che si sarebbe registrato: la classe politica regionale, abbandonando quelle connotazioni fortemente e storicamente espressione di una borghesia agraria, veniva sorpassata e inglobata dal dilagante tecnicismo, frutto del mondo delle professioni più avanzate e del pentapartito, prima di Tangentopoli.
Ma dal 7 agosto 1970, inizio della prima e storica legislatura della Regione Molise ad oggi, chi ha governato di più sui territori posti tra Volturno, Trigno, Biferno e Fortore?
Nella classifica speciale che abbiamo elaborato al 31 maggio 2007 spicca decisamente l'attuale presidente della Giunta Regionale Michele Iorio con ben 2002 giorni di governo. Eletto consigliere regionale nelle elezioni del maggio 1990, è stato nominato nella sua storia politica quale assessore all'Urbanistica, all'Ambiente, alla Sanità e Sicurezza Sociale, ai Lavori Pubblici e alla Programmazione, oltre ad essere per ben due volte vicepresidente della Giunta. Autentico record il suo: abile surfista tra le onde del tempo, Iorio si conferma oggi autentico mattatore della scena politica regionale.
Al secondo posto si colloca Florindo D'Aimmo: per il deputato termolese, capocorrente basista, l'unico ad aver dato al Molise il suo primo Piano di Sviluppo Regionale, i giorni nella cabina di comando sono stati 1989. Subito dopo, in classifica, svetta l'isernino Giustino D'Uva: per lui i giorni al comando della regione sono stati 1967.
Al quarto posto il magistrato Marcello Veneziale (primo non democristiano alla guida del Molise), recentemente sconfitto nella sua Isernia nelle consultazioni elettorali comunali: ha resistito 820 giorni sullo scranno più alto di Palazzo Santoro, nonostante diversi colpi bassi.
Al quinto posto Fernando Di Laura Frattura che, dagli inizi del 1988 al luglio del 1990, è stato per 805 giorni in capo all'esecutivo regionale.
Frattura è seguito da Paolo Nuvoli, suo illustre predecessore: per il politico isernino sono stati 782 i giorni al comando della Regione Molise.
Al settimo posto c'è Carlo Vitale, padre della Regione Molise e suo primo storico presidente: dal 7 agosto 1970 al marzo 1973 per 761 giorni di governo.
Giovanni Di Stasi, con 565 giorni ed elezioni successivamente invalidate, si colloca all'ottavo posto nella classifica.
Subito dopo l'isernino Enrico Santoro: la quinta legislatura nel 1990 si apriva sotto la sua guida. Resterà in carica per 497 giorni.
Per soli cinque giorni supera il campobassano Luigi Di Bartolomeo, attuale senatore forzista, che dal 1992 al 1994 nel pieno della bufera di Mani Pulite guiderà il Molise. Per lui i giorni sono stati 492.
Penultimo nella classifica il professore Giovanni Di Giandomenico, attuale docente universitario, che concluse l'epoca democristiana a Palazzo Santoro dal 1994 sino alle elezioni del 1995, dove vinse Marcello Venenziale. E' restato in carica 404 giorni.
Chiude la classifica il professore Adolfo Colagiovanni: appena 190 i giorni in cui è rimasto in carica alla meta degli anni '80, prima di essere scalzato da Paolo Nuvoli.
Diverse le maggioranze, diversi i sistemi di elezione, diverse le storie personali e politiche dei dodici presidenti della Regione Molise: ulteriori cambiamenti dovrebbero registrarsi nel corso di questa legislatura quando l'assise regionale sarà chiamata a modificare lo Statuto e con esso il sistema elettorale. Sul tema non c'è ancora un dibattito che coinvolge l'intera regione: la Commissione Statuto soltanto da poche settimane muove i primi passi dopo l'empasse registrato nella scorsa legislatura, quando si decise che sarebbe toccato agli attuali amministratori trovare l'accordo sulla rappresentanza dei partiti all'interno del Consiglio Regionale. Ma questa è un'altra storia.
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