Intervista al capogruppo Ds al Consiglio Regionale, Michele Petraroia
“Se la politica si rivolge alla magistratura, significa che c’è qualcosa di sbagliato nell’organizzazione della politica”
Gli intoccabili? “In questa regione esiste un nucleo ristretto di persone con un potere straordinario”
Da tempo in ogni relazione di apertura dell'Anno Giudiziario della Corte dei Conti, la magistratura contabile afferma la continua registrazione di numerosi casi di clamorosa cattiva amministrazione e denaro speso oltre i limiti della ragionevolezza e della legalità in numerosi settori della Pubblica Amministrazione, evidenziando "con amarezza che lo spreco di denaro pubblico è talmente diffuso da essere quasi endemico, e la violazione dei limiti di legge è sistematica".
Non è un caso che libri come “La Casta” e “Intoccabili”, rispettivamente di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo e di Antonello Caporale, stimati giornalisti dei quotidiani più venduti nel Paese, siano divenuti dei best sellers ed oggetto di analisi e di dibattito politico attuale.
Ma in questa regione esiste una casta di intoccabili? E’ rintracciabile? Oppure si mescola indistintamente nel tessuto sociale molisano? E’ Michele Petraroia, consigliere regionale dei DS ed esponente del Partito Democratico, a fornire la sua ipotesi.
“Credo proprio di si. Ritengo che esista un nucleo ristretto di persone che non fanno solo politica ma insistono anche in ambienti economici, hanno importanti incarichi di direzione amministrativa di agenzie ed enti pubblici, detenendo un potere straordinario che in una regione come il Molise, con una società civile ed una struttura economica più debole, determina ricadute ancora più penalizzanti ed umilianti per i cittadini.”
Lei ha denunciato un paio di vicende che hanno avuto una eco nazionale. Che riscontri ha avuto?
"L’ultimo caso ha riguardato settecentocinquemila euro di risorse europee destinate alla formazione dei lavoratori e alla loro qualificazione nelle imprese, messe al bando con una delibera pubblicata sul Bollettino ufficiale, con il criterio dello sportello, cioè del chi prima arriva prende i soldi. Ciò insegna che, in questa regione, se una azienda seria ha un buon ufficio del personale a cui sta a cuore la qualificazione dei propri dipendenti, intende cogliere questa circostanza per presentare un progetto di valore perde soltanto tempo. Se vuoi fare le cose con serietà, rischi di arrivare quando i fondi sono stati acciuffati da soggetti che, semplicemente, sono stati abili a presentare, magari lo stesso giorno o il giorno successivo alla pubblicazione del bando sul Bollettino Ufficiale, il progetto all’ufficio competente di Isernia (Direzione III), preposto al controllo ordinario delle attività più che alla valutazione della qualità degli interventi da finanziare. Chi vuole fare le cose per bene, come ad esempio le organizzazioni di categoria che devono informare i propri soci, hanno bisogno normalmente di più tempo. Per questo mi permetto di affermare: è possibile che qualcuno possa avere consegnato il proprio progetto ventiquattro ore dopo la pubblicazione? Per questo ho prodotto una interrogazione e fatto una richiesta accesso agli atti. Ma in generale, non avere un criterio di valutazione sui contenuti di un progetto finanziato con fondi pubblici, deprime la qualità e quindi permette un utilizzo di questi finanziamenti in maniera discrezionale ed inoculata. L’altro esempio è Molise Live dove ogni criterio meritocratico per l’assunzione temporanea di unità lavorative, viene umiliato dagli effetti di un sorteggio. Cosa deve pensare un giovane laureato? A che serve studiare se poi per la sua prima attività lavorativa dovrà fare testa o croce? Questa è una cultura di governo che è approssimata, inadeguata, discrezionale e che non ancora compreso che il valore del lavoro, delle competenze e delle professionali merita di essere valutato da competenze e professionalità altrettanto adeguate.”
Esiste dunque un problema nella macchina amministrativa regionale?“Il nucleo che dovrebbe valutare l’operato dei dirigenti regionali e stabilire, ad esempio, i premi di produttività, recentemente designato dalla Giunta Regionale, è composto da tre personalità politicamente affini al centrodestra: il sindaco di Santa Maria del Molise e due consiglieri comunali di Termoli. Mi sembra ma posso sbagliare che nessuno di loro abbia maturato in passato quelle competenze di base per operare una valutazione obiettiva. La ricaduta potrebbe essere un livellamento, con il quale si daranno gli stessi premi a tutti i dirigenti; in quel modo colui che studia, si informa, adegua le proprie competenze secondo standard da paese normale, verrà umiliato magari dal collega che non conosce questi sacrifici. Questi sono esempi di una cultura di governo che non valorizza le competenze, la professionalità e la qualità. Ciò non accade a caso: le decisioni di un nucleo ristretto di persone che fanno politica ma che non si limitano a fare solo politica, anche perché i confini sono molto labili, vengono prese attraverso un meccanismo di vecchia matrice clientelare.”
Il tema della sanità è stato quello dell’anno che ci apprestiamo a concludere. I provvedimenti contenuti nel PSR non sembrano piacere a nessuno. Eppure certi tagli sono dovuti agli sprechi degli anni precedenti. L’ultima notizia è che nel bilancio consuntivo 2006 dell’Asrem le spese per le consulenze siano state di tremilioniseicentomila euro, non le sembra eccessiva come spesa?“
Questo dato conferma che la gestione del servizio sanitario regionale è stata appannaggio del mantenimento del potere politico e su questo versante questo modello ha funzionato. Perché se è vero che, con la prima legislatura, Iorio ha sfiorato i cinquecentomilioni di euro di debiti sanitari, è altrettanto vero che ha rivinto le elezioni regionali alla grande. Lui, dal suo punto di vista, le cose le ha fatte bene. Peccato che tutto questo sia andato a scapito dei cittadini che trovano sempre più strutture pubbliche inefficienti e che non funzionano per i più svariati motivi, costringendoli a rivolgersi presso strutture private o addirittura a pagamento. In questo modo il cittadino molisano viene penalizzato due volte: la prima perché paga il massimo delle tasse per una assistenza sanitaria inefficiente o quando si ammala deve rivolgersi addirittura verso strutture a pagamento. Ecco perché occorre uno scatto di qualità del dibattito politico regionale: tanto è vero che dal 27 al 31 dicembre ci occuperemo del Piano Sanitario Regionale, spero che vengano recepite le istanze che provengono dal territorio e che insistono in molte forze politiche.”
Al di la delle connotazioni politiche, non le sembra che oggi si sia dato troppo potere ai vertici delle amministrazioni locali e regionali, mettendoli addirittura nelle condizioni di comporre società, fondazioni ed altri centri di spesa senza organismi che valutino la fondatezza, l’adeguatezza e qualità di investimenti che, in fin dei conti, rappresentano i soldi dei contribuenti?
“In Italia abbiamo la brutta abitudine di eccedere da un estremo all’altro. Nella prima repubblica si denunciava l’eccesso di assemblearismo, oggi si è passati nella direzione opposta. Si è accentrato il 90% dei poteri effettivi nella mani dei vertici degli enti: dalle regioni alle province sino ai comuni. Possono fare ciò che vogliono non avendo nessun organo che controbilancia il loro potere né in termini istituzionali né in termini assembleari. Sono scomparsi gli organismi che controllavano le delibere dei sindaci e dei presidenti delle regioni ma anche quelle dirigenziali. Con una semplice delibera dirigenziale, ad esempio, è stato erogato un contributo di duemilioni e trecentomila euro ad una industria, utilizzando i fondi che nel bilancio della Regione era stati collocati nel capitolo riguardante gli acquedotti e le fognature di Isernia. Possiamo anche affermare che tutto sia stato regolare, ma chi attesta che questa decisione sia stata appropriata? Il Presidente Iorio, per esempio gestisce un fondo per quattro milioni di euro: non c’è alcun segretario generale che controverifica la legittimità amministrativa degli atti, perché i sei direttori generali della regione lavorano in relazione agli altri assessorati. Rispetto a tutto questo o interviene la Corte dei Conti (quando riesce a intervenire), o ci si rivolge alla magistratura penale. Ma quando la politica ha bisogno di ricorrere alla magistratura, significa che c’è qualcosa di sbagliato nell’organizzazione della stessa politica.”
A proposito, in che stato si trova la giustizia del Molise “
Organici sottodimensionati hanno portato ad un ingolfamento: sarà perché il sistema ad imbuto porta tutti i contrasti e tutte le vicissitudini tutti in procura. Noto che, a fronte di lampi di dinamismo, non si denota una attività costante, rispetto anche a rischi che corre una regione come la nostra, contigua ad aree dove la criminalità organizzata è molto forte. Ci sono stati esempi rispetto a tentativi di riciclaggio di denaro sporco di una economia illegale, a volte purtroppo vicina ad alcuni ambienti economici e politici. Ecco, in ordine a queste cose bisogna fare chiarezza, mi auguro che si affermino elementi di riscontro rispetto alle azioni intraprese.”
Maurizio Oriunno
Primo Piano Molise
17 dicembre 2007
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