sabato 21 aprile 2007

DI DE NIRO NON NE POSSIAMO PIU'


Di De Niro non ne possiamo più
di ANTONIO RUGGIERI
dal quotidiano Primo Piano Molise

Sono di Ferrazzano. Ci sono nato e vi custodisco un patrimonio d'affetti che lavora da sempre sul versante oscuro e radicale dell'identità.
E da questo punto di vista totalmente "in causa", chiedo al Sindaco Giovanni Gianfelice, alla sua Giunta, al Consiglio comunale e ai volenterosi e appassionati cittadini che si sono adoperati per attirare l'attenzione di Roberto De Niro sul paese dei suoi bisnonni, di desistere. Ne va davvero dell'immagine e del decoro di un luogo e di una comunità che avrebbe bisogno di operazioni promozionali maggiormente progettate e organiche, più strutturali e sofisticate. La visita, come si sa, è un atto di reciproca cortesia, una cerimonia formale a seconda dei casi, che celebra un'intesa e contemporaneamente la rinnova. Si basa su una radicata e sostanziosa cultura dell'ospitalità, da noi ancora viva e palpitante. La strategia di portare De Niro a Ferrazzano in nome delle sue origini addirittura patronimiche, è diventata annosa. E' stato fatto di tutto. La solerte e appassionata Maria Assunta Baranello ha costituito un'associazione affatto casualmente intitolata "the fan", dedicata a questo scopo. Si è contattato il sarto (americano) dell'attore americano, anch'egli di origini ferrazzanesi, che qualche anno fa, in visita al suo paese d'origine (senza che nessuno avesse fatto nulla per dirottarcelo), portò con sé una videocassetta contenente una dichiarazione approssimativa di De Niro che fece il giro delle televisioni locali come fosse stata una reliquia di Padre Pio. Per arrivare alla visita di un paio d'anni fa dell'ineffabile Luca Giurato che nell'esercizio delle sue funzioni claudicanti (da più di un punto di vista), si produsse in un servizio televisivo fra il rotocalco e l'antropologia culturale, a caccia addirittura della fisiognomica "deniriana" fra la gente cortese e riservata della nostra bella Ferrazzano. Un episodio che per genere, per professionalità e sensibilità civile, si colloca (inconsapevolmente) fra "Striscia la notizia" e "Scherzi a parte". E infine la partecipazione (?) a "Domenica in" con la consegna cerimoniale delle chiavi della città alla star californiana (e sottolineo californiana), disturbata da un inatteso incursore. Insomma, una specie di "via crucis" pluriennale lungo la quale Ferrazzano e i ferrazzanesi hanno perso almeno un po' del loro decoro (oltre che della loro pazienza). Ché De Niro per ora stia a casa sua o dove diavolo lo porterà la sua luminescente attività. Se vorrà venire a Ferrazzano (e ce lo farà sapere per tempo), ci prepareremo ad accoglierlo con gli onori che si riservano ad un ospite di riguardo, com'è già accaduto in altre circostanze. Lo faremo però nella consapevolezza che la visita del grande attore (qualora egli decidesse di compierla) non rappresenterebbe la palingenesi di rinascita di un comune che ben altre, articolate, programmate e strategiche scelte dovrà compiere (quanto prima) per definire la sua identità urbanistica e territoriale, in relazione all'ormai incombente Campobasso. Il "marketing territoriale" come si dice ormai con una locuzione "scorcia e tutto" buona per le circostanze più disparate, non è un'invenzione o un colpo di teatro. E' un progetto organico e articolato che diventa produttivo perché dà dimostrazione (più efficace quanto meno esornativa) di aver saputo svolgere adeguatamente ognuna delle opzioni di sua pertinenza. John Clooney ha comprato una villa sul lago di Como e Sting abita in una fattoria in provincia d'Arezzo; eppure né l'uno né l'altro (e nessuno dei loro progenitori) è nato in quei luoghi. E' che quei territori, nel tempo, sono stati governati curando la proprietà sociale e il bene comune, al riparo dalla speculazione che depaupera quello che è di tutti, per il privilegio stolido, indicibile e trafficone di qualcuno. Il futuro di Ferrazzano si gioca sullo svolgimento di alcune evidenti vocazioni, clamorosamente sotto gli occhi di tutti. I servizi per la cultura, per l'ambiente e per il tempo libero possono rappresentare l'orditura di opportunità che definiscono, e al meglio, la fisionomia di un micromodello di sviluppo postindustriale e innovativo. Il piano di fabbricazione poi, se progettato con equilibrio e governato con dinamismo e trasparenza, può rispondere alle esigenze abitative e di servizi avanzati del Capoluogo, naturalmente senza svendere e depauperare il territorio; anzi qualificandolo.
Poi, se De Niro quando sarà comodo vorrà passare a trovarci, sarà il benvenuto.

1 commento:

Anonimo ha detto...

se fossi al posto tuo ne sarei fiero...visto che de Niro è un icona del cinema mondiale e lo rimarra nella storia...dopo se la vostra amministrazione fa schifo non ve la prendete con de Niro ma con voi stessi chge li avete votati....